Il paese dei Sonnacchioni
C'era una volta,
ma tanto tanto tempo fa, in un angolo remoto della terra, nascosto tra foreste e laghi, il paese dei sonnacchioni.
Tutti gli abitanti vivevano con calma, il traffico non esisteva, nessuno osava correre e figuriamoci urlare. Insomma, un'oasi di pace e tranquillità.
Anche il sole era un po sonnacchione ed al mattino impiegava un bel po a salire in cielo ed illumminare tutto il paese. A volte l'alba durava tutta la giornata.
Il risveglio era la parte più lunga e lenta di tutti i suoi sonnacchiosi momenti. Da tutte le porte, finestre e camini delle case, uscivano i rumori degli sbadigli, che si diffondevano nel silenzio di tutta "Sonnacchiolandia"... tranne da un casa.
Già alle sette del mattino, Bum Bum Bob saltava da un letto ad un altro e da una stanza all'altra con le sue scarpe da ginnastica ed i pantaloncini larghi fino sotto le ginocchia. Era la disperazione dei suoi genitori, mamma Gelsomina e papà Arturo, e di sua sorella Anna Stella che, come tutti i suoi amici sonnacchioni, vorrebbero voluto dormire in pace fino all'ora di pranzo. E si, perchè in questo paese, si lavora dopo il riposino del pranzo, per sole tre sonnacchiose ore. Ma tra una pausa camomilla ed uno sbadiglio, il lavoro non è poi così duro.
Ma torniamo al nostro Bum Bum Bob che ogni mattina si agita perchè vorrebbe fare mille cose ma nessuno lo sta ad ascoltare. Tutti oramai mettono la testa sotto il cuscino e lo lasciano sfogare. Anche a scuola è un vero dramma, la professoressa Bacchetta Giulietta, non riesce mai a completare una lezione sonnacchiosa senza essere disturbata dalle sue continue domande e risate.
“Bum Bum smettila di ridere, così i tuoi compagni potrebbero divertirsi!”
“Bum Bum smettila di parlare, potresti svegliare i tuoi compagni, non vedi che stanno ripassando la lezione?”
Anche le attività che si svolgevano in Sonnacchiolandia non gli piacevano, nonostante fossero frequentate da tutti i suoi amici. L'attività piu in voga era sicuramente il corso di sogno, dove si imparava l'arte del sognare e si svolgeva in una grande stanza chiamata Sognoland. In questa stanza c'erano tanti letti, su ognuno dei quali un caschetto collegato ad un monitor. Per ogni gruppo di cinque persone, un insegnante. Il corso durava due ore per cinque volta a settimana (per il grande successo riscosso). Appena i ragazzi si sdraiavano sui lettini, dopo cinque rigorosi minuti di riscaldamento (tutti naturalmente in abbigliamento idoneo: pigiama e cuffia da notte), indossavano il casco e si addormentavano. L'insegnante osservava i loro sogni e se qualcosa non andava, interveniva, svegliandoli per correggerli. Ma loro erano bravissimi e per due ore nessuno li correggeva.
Terminato il corso, tutti i ragazzi tornavano a casa ancora un po addormentati. E tra uno sbadiglio, una grattatina ed uno stiracchiamento, arrivavano a casa, dove le loro mamme facevano trovare loro il letto apparecchiato. Giusto il tempo di una sonnacchiosa doccia, per riprendersi dall'intensa attività scolastica svolta nel pomeriggio, per poi accomodarsi sotto le lenzuola e mangiare le prelibatezze della loro mamma.
E si miei cari, la rigida educazione, tramandata da centinaia e centinaia di sonnacchiosi anni, dai loro bis bis bis nonni, prevede che sia il pranzo che la cena vengano consumati nel letto. Solo in questo modo i bambini possono crescere pigri e forti.
Finita la loro cena, a tutti i bambini era concesso di vedere la tv per soli 20 minuti. A quell'ora c'erano le eroiche avventure di Don Ghiro e Sancho Lumaca. Ma prima ancora che la lancetta arrivasse all'ora stabilita, tutti i bimbi dormivano già da un pezzo. Solo in quel momento, i loro genitori, potevano finalmente sedersi a tavola per la meritata cena.
Ma a casa di Bum Bum Bob le cose andavano diversamente.
“ Bum Bum vai al letto che la cena si fredda!”
Ma Bum Bum saltellando, correndo e giocando non ne voleva proprio sapere di andare sotto le coperte.
“...ma da chi ha preso nostro figlio? Eppure siamo dei genitori modello e da generazioni maaaai nessuno ha mostrato segni così preoccupanti”
“Ricordi, Arturo, mio nonno Ortone? Che gran dormiglione che era. Riusciva a dormire anche mentre mangiava. E mia bis bis nonna Desmunda? Lei si che era imbattibile. C'erano giorni in cui non si alzava nemmeno dal letto. E si (disse sospirando). Loro si che erano gran sonnacchioni. Arturo, riusciremo mai ad educare così nostro figlio?
“Amore, vedrai che arriverà il giorno in cui nostro figlio capirà i nostri insegnamenti e finalmente diventerà come tutti gli altri abitanti di sonnacchiolandia, e nessuno lo prenderà piu in giro. Dobbiamo avere pazienza e sperare che quel giorno arriverà presto.”
Ma Bum Bum dentro di se, sapeva perfettamente che quel giorno non sarebbe mai arrivato. Lui non era fatto per dormire ed oziare tutto il giorno. Aveva voglia di divertirsi, giocare, ridere, conoscere persone come lui ed urlare al paese la sua felicità dovuta al semplice fatto di vivere così. Si sentiva vivo!!! E pensava che tutti gli altri non si sentissero come lui. Per questo motivo decise di provare a fare qualcosa di sconvolgente per la storia del paese dei sonnacchioni: "scuotere" tutti gli abitanti e mostrare loro quanto è bella la vita da Svegli!
I giorni trascorrevano lenti e sempre uguali ma, dentro il suo velocissimo cuore, pulsava sempre di piu il desiderio di cambiamento. Voleva far emozionare anche i suoi amici. Ma non era certo cosa facile.
Provò in tutti i modi. Propose corse in mezzo alla foresta, bagni nel lago, corsi di fotografia, ascolto di musica, letture di poesia... tutte cose che lui normalmente faceva di nascosto ai suoi genitori. Ma nulla! Tutti quanti ridevano sonnacchiosamente alla sola sua proposta.
Preferivano trascorrere il loro tempo a dormire, per ripassare i compiti, e riposarsi dall'attività di sogno del pomeriggio. E poi guai, se le famiglie lo avessero saputo.
Così Bum Bum non sapeva più cosa fare ed intanto le giornate sempre più pigre, scandite da lenti battiti di lancetta che quasi, stanca di girare senza pausa, pareva fermarsi.
Un giorno, mentre la professoressa Bacchetta Giulietta insegnava la tecnica dello sbadiglio perfetto, Bum Bum, che di sbadigliare proprio non ne aveva voglia, ebbe “l'idea”. Decise che, terminate le ore di scuola, sarebbe stato se stesso, senza fare le cose di nascosto ma alla luce del sole. E non avrebbe più provato a trascinare i suoi amici con proposte per loro assurde ma, comportandosi come sentiva, facendo le cose solo per lui, probabilmente avrebbe trasmesso, senza volerlo, un messaggio di cambiamento.
I sonnacchiosi, vedendo la luce nei suoi occhi e l'energia sempre pura, sarebbero stati contagiati da qualcosa di nuovo.
I giorni trascorrevano e qualcosa stava cambiando intorno a lui. Persino l'orologio che teneva al polso iniziò a ticchettare con grande vigore e potenza. Le sue lancette non erano più flaccide e stanche, ma toniche e felici di scandire il tempo.
Il corso di sogno veniva frequentato sempre di meno dai suoi amici. Molti preferivano altre attività meno sonnacchiose, perchè vedevano che Bum Bum Bob era sempre allegro grazie alla sua dinamica giornata.
Anche il sole al mattino presto, splendeva già in cielo con luce potente ed allegra. Dai camini non uscivano più sbadigli ma fragranti profumi di caffè-latte e brioche, mescolati alle chiacchiere ed alle risate di tutta la famiglia.
Le persone per strada ridevano di gusto ed erano felici di andare a scuola per imparare a gare ginnastica.
Tutto il paese era in fermento. Chi andava in bici, chi di corsa, chi giocava nel parco, chi aiutava ad apparecchiare la tavola e c'era persino chi, in una stanza del Municipio, stava riscrivendo i canoni della nuova educazione.
E così passarono gli anni... ed un giorno, dalla finestra di una classe della scuola elementare, mentre la professoressa Bacchetta Giulietta teneva una lezione di storia sulle origini del proprio paese, quando ancora si chiamava “il paese dei sonnacchioni”, uno sguardo allegro dal Preside Bob ci fa l'occhiolino.
(John)